martedì 27 aprile 2010

Angelica, la Marchesa degli angeli - Anne Serge Golon

Incipit:

"Nutrice" chiese Angelica, "perchè Gilles di Retz uccideva tanti fanciulli?". "Per il demonio figlia mia. Gilles di Retz, l'orco di Machecoul, voleva essere il più potente signore del suo tempo. Nel suo castello non c'erano che storte, ampolle, pentole piene di rosse brode e orrendi vapori. Il diavolo voleva che gli fosse offerto in sacrificio il cuore di un bambino. Così cominciarono i delitti..."

Ebbene chi lo avrebbe detto che dopo i film guardati da bambina, e poi sempre negli anni, avrei anche iniziato a leggere il ciclo di Angelica?
Mi è piaciuto molto questo primo libro: gli approfondimenti storici sono precisi e molto interessanti, la descrizione di luoghi e abiti minuziosa, la passionalità di Geoffrè e la forza selvaggia di Angelica catturano il lettore.
Il libro inizia con la fanciullezza di Angelica, figlia di un marchese in rovina che vive con la sua numerosa famiglia in campagna. La giovanissima Angelica è amica dei contadinelli e con loro si rende protagonista di tante scorribande. Ancora molto giovane trascorre alcuni anni in convento dove le suore rinunciano a cercare di impartirle obbedienza e disciplina.
Segue il matrimonio impostole dal padre (o meglio dalle circostanze) con il ricchissimo conte di Peyrac, storpio e sfigurato, ma del quale Angelica si innamorerà.
Ma il "fatto" più importante di questo episodio che condizionerà la vita della bellissima Angelica, è quello di aver assistito involontariamente all'ordirsi di un complotto volto ad uccidere il Re. Da vera eroina da romanzo, la giovanissima Angelica riesce a sventare questo attentato (non anticipo come), ma proprio questo gesto, nonchè il fatto di conoscere l'identità dei congiurati, la metterà di fronte a mille peripezie per il resto della vita.
Una donna ingenua, ma sveglia, indifesa ma forte e coraggiosa tutto insieme.
Ho preso nota di alcuni passaggi:

*pag 110- "Ahimè! piccole mie" disse loro dolcemente una vecchia religiosa, "questa è la legge di Dio. Molti muoiono in tenera età. Mi è stato detto che vostra madre ha avuto dieci figli e ne ha perduto uno solo. Con questa sono due. Non è molto..."

*pag 153-Angelica notò vicino al suo piatto una specie di piccola forca d'oro. Guardandosi intorno, vide che la maggior parte dei presenti se ne serviva per infilare la carne e portarla alla bocca. Tentò di imitarli ma, dopo alcuni tentativi infruttuosi, preferì tornare al cucchiaio che le avevano lasciato accorgendosi che non sapeva servirsi di quel piccolo strumento che tutti chiamavano "forchetta".

*pag 179- ...a volte il vento della Garonna recava fino al palazzo del Gaio Sapere zaffate di carni arrostite, provenienti dalla piazza delle Saline dove quel giorno veniva bruciato vivo qualche ugonotto recalcitrante o qualche empirico delle campagne considerato come stregone.
Angelica, trascinata nel turbine di una vita leggera, non si era attardata su quell'aspetto di Tolosa.

Voto 8

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