lunedì 9 maggio 2011

Mors tua - Danila Comastri Montanari

Incipit: Publio Aurelio era di ottimo umore mentre si avviava  in portantina verso la casa della sua ultima conquista. Dopo mangiato, si era concesso un lungo bagno ristoratore per prepararsi degnamente all'appuntamento che aveva strappato alla bella giovane conosciuta quella mattina.

Nell'ordine di pubblicazione della collana dedicata al Senatore-detective Publio Aurelio Stazio, Mors tua si colloca come settimo libro, anche se, nella realtà, è stato il primo ad essere pubblicato e ce ne rendiamo conto anche dal fatto che Castore (fedele e simpaticissimo servitore di Stazio) sia ancora uno schiavo e non un liberto.
In questo episodio, col quale la Comastri Montanari vinse il premio Alberto Tedeschi nel 1990, Publio Aurelio si reca all'appuntamento che aveva "strappato" in mattinata alla bella Corinna, una liberta di costumi non difficilissimi...
Ma, giunto a casa della donna, Aurelio la trova morta, riversa sul suo letto, con un pugnale che le fuoriesce dal petto.
Inizia così un'indagine che il nostro senatore svolge con molto riserbo, in quanto non vuole si pensi che sia  egli stesso l'assassino.
Le ricerche lo portano nel quartiere povero in cui vivono i cristiani (la Suburra) ed è molto bello lo scambio di battute, circa le credenze religiose, tra Aurelio e l'ex fidanzato cristiano di Corinna.
Naturalmente non mancano le spiritosaggini di Castore, schiavo (al momento) al servizio di Stazio.
Un giallo piacevolissimo, forse raccomanderei di leggere questo come primo della serie per poi passare a Cave canem e tutti i successivi.
La cosa che mi colpisce è l'attualità dei temi che l'autrice riesce a trattare seppure usando come sfondo la Roma imperiale di Claudio
Alcune frasi estrapolate dal testo:
*Ma certo, oggi tutto è in vendita, persino i seggi al senato, fugurati le tribune del Circo! (si riferisce al Circo Massimo)(considerate che è stato scritto negli anni '80-'90)
*- Bravo Castore! apprezzo molto che tu mi chieda il permesso prima di rubarmi qualcosa. Tieni pure il calice, servirà come risarcimento per la faccia che dovrai farti tagliuzzare dal barbiere della Suburra.

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