domenica 4 settembre 2011

CONOSCIAMO GLI SCRITTORI - ALESSANDRA ODDI BAGLIONI

"LA DAMA E IL COMPASSO"

Per la pagina dedicata agli scrittori che hanno piacere di discutere con noi delle loro private storie e dei loro romanzi, oggi abbiamo l'onore di conversare con Alessandra Oddi Baglioni e di parlare un pò del suo ultimo romanzo "La dama e il compasso".
Una cosa che mi ha colpito è che Alessandra ha una lunga esperienza manageriale all'interno di aziende sia pubbliche che private, cosa questa che ci farebbe pensare subito ad una persona abbastanza inquadrata, molto presa dal suo lavoro e che può concedere poco spazio alla fantasia .
E invece la vita ci stupisce sempre poichè la nostra Alessandra è una donna dalle mille risorse. Infatti si è anche occupata di iniziative  formative di sviluppo culturale finalizzato all’occupazione femminile, ha convertito ad agricoltura biologica un’azienda di famiglia già dedita alla coltivazione del tabacco ed è molto attiva nell’associazionismo femminile e nelle battaglie per i diritti civili.  
A cinquant’anni scopre la scrittura e l’utilizzo della storia quale mezzo di comunicazioni delle realtà attuali.
Ed eccola appunto qui con noi in veste di scrittrice.
Ci racconta che  nei suoi libri  affronta le tematiche femminili e il mondo dell’arte visto  come mezzo capace di trasmettere valori universali, non tralasciando però lo studio  della parte romantica dell’essere umano e l’universalità nel tempo e nello spazio dei rapporti uomo donna.
Le chiedo da cosa sia stata ispirata nello scrivere questo suo ultimo romanzo e lei risponde: "due elementi,il primo una piuma del cappello di Radetsky con un bigliettino di ammirazione , incorniciati sotto vetro che mi guardavano dalla parete della mia stanza da letto .
Il secondo, il ritratto della signora ,a cui quel bigliettino di ammirazione era rivolto , signora dal viso altero, arcigno, vogliamo dire decisamente brutto, che occhieggiava nel mio salotto.
Ce n` era abbastanza per chiedersi chi fosse costei e come faceva ad emanare tutto quel fascino con un tal viso.
Un giorno poi, ferma in una ennesima piazzola di sosta sull`appennino fra Perugia e Fano, ho cominciato a chiedermi 'ma se si fosse compiuto il disegno della Repubblica Romana ,liberando definitivamente le legazioni di Umbria e Marche, se si fosse veramente realizzato il grande stato dal Tirreno all`Adriatico….'
E` vero che la storia non si fa con i se ,ma i sogni si,` e cosa di meglio per interpretare un sogno che un grande amore?
Un grande amore tra una donna brutta ma sexy ed affascinante ed un ragazzo molto piu` giovane di lei ,idealista e combattente."
Sono curiosa poi di sapere che tipo di persona sia la protagonista del romanzo, Camilla. Ci dice Alessandra: "Camilla rappresenta la classe dirigente dell`epoca che intravede il cambiamento vive la storia ma non la capisce,Francis rappresenta tutti i giovani che per quegli ideali si sono immolati.
Ma Camilla rappresenta pure tutte le ragazzine brutte che riescono a sconfiggere il loro aspetto coltivando talenti innati ed emanando un fascino sottile e molto piu` profondo di quello di una qualunque velina."
Nel ringraziare Alessandra Oddi Baglioni per la sua disponibilità e cortesia spero che anche i lettori del blog avranno il piacere di leggere e apprezzare questo romanzo che racchiude approfonditi studi storici, ma anche tanta originalità e romanticismo.
Clicca qui per vedere il booktrailer del libro

1 commenti:

Zan Zan ha detto...

Alessandra Oddi Baglioni ci offre il Risorgimento visto da un osservatorio davvero speciale, raramente declinato in modo così accessibile a un pubblico fortemente variegato di lettori, e fotografato su carta ad alta risoluzione nel periodo che precedette l’annessione dello Stato Pontificio, e di Perugia in particolare, al nascente Stato italiano. A fronte delle tante le domande che ci poniamo sul periodo storico, o che ci lasciano interdetti davanti alla complessità della situazione potenziale di allora, non sono molte le risposte capaci di spianare i nostri dubbi, che pure rimangono molteplici al cospetto di un’epoca della nostra storia così ricca di variabili, molte delle quali cristallizzatesi in combinazioni salite agli onori della cronaca senza essere prevedibili e che si prestano tutt’oggi a una non facile o univoca lettura.
Due gli episodi risorgimentali esaltati nel libro e sfociati nell’ossimoro storico che meglio declina la dualità biografica di un PIO IX, liberale e reazionario, capace delle contraddizioni consegnate alla storia. La parentesi della seconda repubblica romana e quella delle atrocità commesse dalle truppe svizzere papaline il 20 giugno del 1859 a Perugia, prologo doloroso e culmine della tragedia che si consuma nel romanzo, nonché ultimo ed estremo sacrificio della città sulla strada della sua emancipazione risorgimentale.
La Dama e il compasso diventa così per sillogismo, e grazie alla bravura dell’autrice – ottima interprete di quella teoria dell'impersonalità che Gustave Flaubert applicava nel lasciare che fosse "il fatto nudo e schietto" e non le valutazioni dell'autore a costituire il centro della narrazione - l’occasione per descrivere figure femminili di primo piano; personaggi di cui molti di noi oggi ignorano finanche l’esistenza, nonostante il ruolo importante che ebbero nel determinare i risultati del calcolo combinatorio risorgimentale e la loro appartenenza a pieno titolo a quell’altra metà dell’universo, che il suffragio universale, ambizioso traguardo risorgimentale, sembrava avere frettolosamente dimenticato.
Se il compasso sottolinea a chiare lettere la misura della ricerca del vero, cui la Dama si presta interpretando al meglio la sete di conoscenza dell’autrice e animando il suo bisogno di raccontare la storia della propria casata, il romanzo rimane pur sempre una profonda e tragica storia d’amore in cui Camilla, esaltata come solo l’amore può rendere una donna, usa il proprio fascino per metterlo al servizio di obiettivi ambiziosi e di tutte quelle associazioni e componenti risorgimentali che aspirano a una grande Italia federale, attraverso la realizzazione di uno stato centrale esteso dal Tirreno all`Adriatico. Illusione tragicamente alimentata sui bastioni della repubblica Romana, ma definitivamente naufragata e schiacciata sulle mura della rocca paolina, dove cadde, abbattuta da una fucilata, come un grifone ferito.
Quel grifone, però, rifulge in tutta la sua eloquenza quale simbolo inequivocabile della presenza degli Oddi Baglioni e, liberatorio e liberato in un finale tragico e di bellezza unica, inossidabile e imperituro vola attraverso i secoli, latore di una valenza immortale di cui l’autrice, Donna e sensibile, assurge ad ambasciatrice.
Né con la Chiesa né contro la Chiesa è il motto che accompagna la casata da oltre quattrocento anni e che aleggia, comunque trionfante, sul romanzo. Ma nella simbologia seppur catartica di quella ferita non può sfuggire la traccia rassegnata di quella ineluttabilità del destino che, a fattor comune e nella commedia umana di cui facciamo parte, vuol far scorrere le cose lasciando tutto come prima e far di noi, nostro malgrado e a malincuore, attori impotenti seppure commoventi.

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