martedì 20 marzo 2012

TUA - Claudia Pineiro

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Ho letto questo breve romanzo spinta da molti commenti positivi. Devo dire che, una volta terminato, non ho avuto un’impressione favorevole e, tuto sommato, neppure oggi direi “bello”, però ho voluto farlo sedimentare un po’ per vedere di tirar fuori un commento più obiettivo.
La trama, in sostanza, vede una donna, Inès, sposata con Ernesto, un “irreprensibile dirigente di successo” (come recita la quarta di cpertina). Un giorno Inès scopre un bigliettino indirizzato al marito e firmato “Tua” col rossetto. Da qui, naturalmente, capisce che Ernesto la tradisce e scopre, per caso, che la fantomatica “Tua” altro non è che la sua segretaria.
Sempre grazie al caso e alle coincidenze Inès intercetta una telefonata e scopre che i due devono incontrarsi nel bosco del quartiere Palermo e decide di seguirli.
Qui un banale incidente provoca la morte della segretaria-amante e da questo momento scatta un meccanismo perverso che induce Inès ad aiutare un inconsapevole Ernesto ed a fornirgli un alibi che lo scagioni.
Tutto questo fino a che la donna non scopre che, in realtà, Tua non era la donna che è rimasta uccisa, ma qualcun’altra…
Alle spalle di questa situazione quasi ai limiti della realtà, troviamo la giovanissima figlia di Ernesto e Inès la quale si scopre incinta , ma decide di non confessarlo ai genitori i quali, tra l’altro, non se ne accorgono neppure.
Una storia surreale, con una protagonista che farebbe saltare i nervi ai santi e un marito infantile e senza attributi. Una storia che, però, fa riflettere su quanto spesso accade che per salvare delle apparenze che non interessano a nessuno, si rischia di lasciare in secondo piano le cose più importanti come l’affetto per i figli ed il loro reale benessere e non ultimo anche la propria dignità.
Insomma una famiglia con modi di fare forse portati all’estremo, ma, probabilmente, in modo provocatorio allo scopo di farci riflettere su situazioni reali che esistono intorno a noi ed alle quali, proprio perché non estreme, non prestiamo attenzione.
Tutto sommato direi quindi interessante romanzo come partenza per alcuni spunti di riflessione.


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