FINO ALL'ALTRA FERMATA
Vittoria Coppola
Finito con piacere il primo libro dell’amica Vittoria Coppola “Fino
all’altra fermata” un libro pieno di ricerca di sè, nel primo libro la
protagonista è Anita una donna che guarda il mondo come se fosse con una
lente perenne ad osservare minuziosamente ogni singolo attimo,
movimento, situazione, allo stesso tempo Anita è malinconica bisognosa
di affetto e di una persona che la completi veramente. Anita è una
ragazza in cerca dell’amore.
Si è appena lasciata con il fidanzato il
cui nome nel testo non è menzionato, il quale troppo tardi si ricorda
dell’esistenza di Anita e cerca di riconquistarla in tutti i modi ma non
sa che la giovane donna ha preso finalmente il coraggio di chiudere
definitivamente questo capitolo della sua vita per dare spazio a nuove
aspettative. In una bar Anita conosce il suo nuovo ragazzo Andrea
riflessivo e taciturno che attraverso un diario c’è lo descriverà in
tutte le sue sfumature facendoci cogliere quasi una maniacalità nel
bisogno di essere compresa e voluta bene. Le cose con Andrea non vanno
per il meglio, grazie anche allo zampino della migliore amica Teresa che
sarà l’amica scomoda e che verrà perdonata successivamente in nome
dell’amicizia. Nella storia c’è anche un mio amico Paolo napoletano con
cui Anita si confida quotidianamente anche solo con sguardi, in fondo
troppe parole non servono quando la comprensione è la più alta forma di
benevolenza. Questa amicizia la porterà ad un ennesimo dolore e questo
spingerà Anita a seguire il suo sogno quello di diventare scrittrice.
Così decide di iscriversi ad un corso di scrittura creativa e qui
conosce l’insegnante Diego di cui si infatuerà ma questa amore porterà
ennesimo dolore in quanto Diego è già impegnato con la compagna Ludovica
che porterà non poche gelosie. Finalmente Anita conoscerà l’uomo tanto
atteso e agognato su una spiaggia Stefano con il quale camminerà “senza
fretta... a piedi nudi, fino all’altra fermata” da qui nasce il titolo
del libro. La seconda parte del libro trova protagonista una donna già
matura Speranza triste allegoria della via quarantenne che è appena
uscita dal coma ed ha tre figli: Paolo che ama la musica, Andrea una
ragazza dal nome maschile ma piena di femminilità e Anita la figlia più
piccola. Speranza è rimasta vedova diciottenne da Luigi e uscita dal
coma appunto decide di seguire degli incontri con una psicologa dove vediamo quanto forza a appunto Speranza dopo tutti i mali
che la vita gli ha riservato le ha avuto la voglia di andare sempre
avanti e per l’appunto di non perdere mai la “Speranza”. Due storie
potremmo dire parallele quasi una la proiezione dopo venti anni
dell’altra è una sorta di disincanto in cui l’autrice ha pesato di poter
immaginare cose sarebbe successo se….a me è piaciuto darci questo
connotazione. Ringrazio vivamente Vittoria per la bellissima dedica e
non posso che dirgli di cavalcare l’onda del suo secondo libro “Gli
occhi di mia figlia” che sta ottenendo moltissimi consensi. In bocca a
lupo!
“Recuperare il rapporto con Teresa, significava “consolare” la bambina che avevo dentro e che, per troppo tempo, avevo costretto a rincantucciarsi in un angolo.”
“Alla fine ha saputo inebriarsi del sentimento più puro, intenso, ha saputo cos’è l’amore comunque, in ogni caso, a ogni costo. Anita ora cammina per mano con lui e, anche se scalza, non sente dolore o fatica, perché lui la solleva quanto basta. Il suo amore le ha legato al dito un aquilone con cui, nonostante il suo latente disincanto, può finalmente alzarsi in volo…”
“L’amore ci rafforza e ci rende schiavi in egual misura. L’unica soluzione è vivere e gioire ogni giorno.”
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“Recuperare il rapporto con Teresa, significava “consolare” la bambina che avevo dentro e che, per troppo tempo, avevo costretto a rincantucciarsi in un angolo.”
“Alla fine ha saputo inebriarsi del sentimento più puro, intenso, ha saputo cos’è l’amore comunque, in ogni caso, a ogni costo. Anita ora cammina per mano con lui e, anche se scalza, non sente dolore o fatica, perché lui la solleva quanto basta. Il suo amore le ha legato al dito un aquilone con cui, nonostante il suo latente disincanto, può finalmente alzarsi in volo…”
“L’amore ci rafforza e ci rende schiavi in egual misura. L’unica soluzione è vivere e gioire ogni giorno.”
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