giovedì 26 luglio 2012

DALLA SCRIVANIA DI JACK!

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More about Il prigioniero del cielo
IL PRIGIONIERO DEL CIELO
Carlos Ruiz Zafon

Terzo capitolo del Cimitero dei Libri dimenticati, “Il prigioniero del cielo” è ambientato nella Barcellona fine anni ’50. Si avvicina il Natale e, mentre nella libreria Sempere il padre di Daniel cerca di ravvivare le vendite posizionando un presepe “tattico” in vetrina e Férmin si prepara a sposare la fidanzata Bernarda, fa il suo ingresso la vigilia di Natale un uomo misterioso, dall'aspetto piuttosto malmesso, che acquista per una cifra astronomica il libro più costoso di tutto il negozio: un'edizione pregiata de Il Conte di Montecristo. L'uomo non la porta via con se, ma la lascia in negozio a Daniel con una dedica criptica indirizzata al destinatario del regalo, lo stesso Férmin. Daniel per proteggere il suo amico, cerca subito di indagare su chi fosse quel losco signore, senza immaginare che le sue ricerche lo porteranno a scoprire molto cose della vita passata di Fèrmin. L'amico si rivelerà essere un ex prigioniero fuggiasco dalla terribile fortezza di Montjuic, dove l'uomo si era ritrovato rinchiuso insieme a lo scrittore David Martín, i cui romanzi lo stesso Férmin aveva apprezzato da giovane, noto già allora per la sua fama di autore “maledetto”. Il resto della storia non voglio svelarlo….leggetelo anche se è un po’ meno avvincente dei precedenti ma Zafòn merita! Mi sono piaciuti molto i personaggi: Bebo secondino umile, gentile e affabile sempre pronto ad aiutare i prigionieri, una sorta di spia, davvero tenero. E Rociito ragazza fragile, dolce, giovane che si innamora di Jaumet e che diciamo si da dà fare…Xd Un romanzo enigmatico, che cattura il lettore e che svela molti misteri lasciati in sospeso precedentemente!
Booktrailer: http://www.youtube.com/watch?v=5Pn4zrRHM-4&feature=player_embedded#!
“Sa, Daniel? A volte penso che Darwin si sia sbagliato e che in realtà l’uomo discende dal maiale, perché in otto ominidi su dieci c’è un porco in attesa di essere scoperto.”

“Ci sono epoche e luoghi in cui essere nessuno è più onorevole che essere qualcuno.”

“Un buon bugiardo sa che la menzogna più efficace è sempre una verità a cui è stato sottratto un elemento fondamentale.”

“E se un giorno, inginocchiato di fronte la sua tomba, sentirai il fuoco della rabbia che tenta di impadronirsi di te, ricorda che nella mia storia, così come nella tua, c’è stato un angelo che possiede tutte le risposte…”

sabato 21 luglio 2012

GIOVANI DENTRO BY HERMIONEGINNY

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More about Più profondo del blu
PIÙ PROFONDO DEL BLU di JILL HUCKLESBY

  Conosco una ragazza che fa benissimo la ruota, riesce a mangiare un pacchetto di patatine tutto in una volta, si fa la doccia e si veste in quattro minuti esatti, sa suonare Il Signore della danza al pianoforte con gli alluci, fa cento flessioni senza avere neppure un crampo e sa pedalare in bicicletta all'indietro seduta sul manubrio. Adora i gruppi degli anni Sessanta (tale e quale suo padre), ballare sul letto usando la spazzola a mo' di microfono (tale e quale suo padre), ma, più di tutto, ama il megagelato al cioccolato fondente del negozio italiano all'angolo. Pensa che avere tredici anni ed essere la nuotatrice di stile libero più veloce della contea sia figo, e che le ragazze che parlano solo di tatuaggi e reality show siano dei marziani. Non si guarda molto allo specchio (a differenza della sorella maggiore) e detesta passare il tempo a comprare vestiti che non siano blue jeans, felpe e scarpe da ginnastica quando quelle vecchie sono a pezzi. Pensa che le amiche del cuore ci saranno sempre, qualunque cosa accada. È convinta che il sole sorga ogni giorno, che la vita sia rosea e che i frappè alla fragola siano la cosa più vicina al paradiso. Posso dire di conoscerla piuttosto bene. Dovrebbe essere così. La ragazza sono io. E questa è la mia storia.

Amy Curtis ha tredici anni e vive a Nottingham con i genitori, al sorella maggiore e il cane. Si allena ogni giorno per la gara dei duecento metri stile libero della contea. E vince. Il giudice fa cadere gli occhiali in piscina rompendoli, così il giorno successivo Amy non ha gli allenamenti. E chiama Sophie, la sua migliore amica. Da sempre sovrappeso, ha iniziato a correre, diventando una campionessa. Ora ha bisogno di un nuovo paio di scarpe. E dopo l'acquisto Amy e Sophie vogliono un frappè alla fragola. Ma non lo mangeranno mai: mentre attraversano la strada vengono investite da un camion, il cui autista stava parlando al cellulare. Quando Amy si risveglia dopo dieci giorni di coma, Sophie se n'è andata, insieme alla sua gamba destra e ai suoi sogni di nuotare alle Olimpiadi. È disperata, ma nel reparto Girasole conosce Harry, un suo coetaneo che ha perso le gambe per la meningite e ha un tumore troppo vicino al cuore per essere operato.

“Ho preso la meningite, quella cosa al cervello, e il sangue è diventato strano e infetto. Non sono riusciti a salvarmi le gambe.” “È orribile”, mormoro mentre avrei voluto dire qualcosa che non suonasse così patetico. “C'è di buono che dagli esami hanno scoperto un affare grosso come un'arancia che mi cresce nella spina dorsale e se non avessi avuto il problema al cervello, non avrebbero mai saputo di Trevor.” “Trevor?” “Il mio tumore. È così che lo chiamo. I ricercatori svedesi dicono che se parli con il tuo tumore, puoi farlo sparire. Credono molto nella forza del pensiero positivo.”

 Ha anche carisma e ottimismo, sprona Amy a inventare una nuova sé, nonostante il dolore.

Comincio a capire che contare gli acini d'uva nel portafrutta può impedirmi di essere risucchiata in quella zona oscura della mente dove si annida, come in uno stagno, un mostro che aspetta solo di annegarmi. Ha un nome, questo mostro. Si chiama disperazione.

Il materasso mi fa sentire al sicuro. È l'unico posto dove il mio corpo non soffre.

Inaspettatamente, quello che si rinchiude in sé è il padre, il suo primo tifoso, che sprofonda nella depressione.

“Quando eri piccola ti guardavo spesso mentre dormivi”, mi rivela infine, come se mi avesse letto nel pensiero. “Se avevo un problema di lavoro e dovevo chiarire le cose fra me e me, vederti respirare, sognare e chiudere le piccole dita nei pugni, in qualche modo ridava senso alle cose. Ti immaginavo crescere davanti ai miei occhi, come un progetto magicamente studiato, perfetto...” Adesso fissa il letto vorrei che mi dicesse che guardarmi dà ancora un senso alle cose. Anche se non sono più perfetta. Ma non dice niente. Si limita a stringermi la mano più forte.

La famiglia si trasferisce a Brighton e Amy conosce il suo nuovo fisioterapista che le propone di tornare a nuotare. Dapprima Amy rifiuta categoricamente, sa di non essere più la campionessa di sei mesi prima, perché farsi del male ricordando la vita che non c'è più?

Il problema vero è decidere. Vorremmo essere forti, ma son troppi gli sconforti. E va a finire che ci rilassiamo invece di gridare quanto lo vogliamo.

 Ma l'amore per il blu è più forte di tutto, anche del padre che non vuole che si illuda...

Conosco una ragazza che fa la ruota in modo un po' strambo, riesce a mangiare un pacchetto di patatine tutto in una volta, si fa la doccia e si veste in quattordici minuti esatti, sa suonare Il Signore della danza al pianoforte con le dita del piede sinistro, fa centocinquanta flessioni senza avere neppure un crampo e sa pedalare in bicicletta all'indietro seduta sul manubrio. Adora i gruppi rap, soprattutto i Mother Beepers, e la cosa che ama più di tutte (dopo la sua famiglia e il suo fisioterapista Ramoul) è un caldo mondo più profondo del blu, seguito a brevissima distanza dal suo cane Barker. Pensa che avere quattordici anni ed essere una delle nuotatrici di stile libero più veloci della contea sia figo, e che le ragazze a cui piacciono i tatuaggi e i reality show siano a posto. Si guarda allo specchio ogni mattina (per controllare la situazione trucco e capelli) e si diverte a comprare vestiti che mettono in risalto il suo favoloso fisico atletico e che la fanno sentire meglio. Sa che le amiche del cuore ci saranno sempre, da qualche parte, qualunque cosa accada. E che la sua splendida scuola nuova e i compagni di nuoto renderanno magico ogni momento. Spera che il sole sorga ogni mattina, che la vita sia rosea e che le persone che ama stiano sempre bene. Coglie l'attimo, perché non puoi mai sapere che cosa ci aspetta dietro l'angolo. E ha smesso di bere frappè alla fragola perché il suo ragazzo Harry dice che fanno venire l'acne. La ragazza sono io. E se vi state chiedendo delle Olimpiadi, aspettate e vedrete...

La storia è piuttosto scontata, i personaggi stereotipati, sembra creata per strappare qualche lacrima. Eppure le riflessioni di Amy mi hanno tenuta incollata alle pagine, perché è capace di uscire dalla pagina e di diventare una persona reale. E mi ha ricordato Oscar Pistorius con la sua grinta eccezionale. Un libro che consiglio a chi ha bisogno di ricordare che non bisogna mai smettere di sognare e di impegnarsi a trasformare i propri sogni in realtà.

Dalle parole dell'autrice:
* È una pittrice e sostiene di amare le tele perché non parlano, se non all'immaginazione.
* Parlare di “incidente” è più comodo per tutti, perché in questo modo non è colpa di nessuno.
* Il primario ha spiegato a mamma e papà che il tuo cervello era tumefatto e che forse saresti morta. Mamma ha replicato che si sbagliava, si è seduta accanto a te e ti ha parlato ininterrottamente per cinque giorni. Dicono che sei un miracolo.
* Per poco non morivo. Hanno detto così. Dovrei essere riconoscente, ottimista, felice. Ma sono in lutto, perché la Amy di un tempo se n'è andata per sempre. Il camion ha ucciso i suoi sogni e ha trasformato il suo cuore in pietra. Indosso un velo nero invisibile. Mi hanno trascinata indietro dall'aldilà per abitare questo corpo interrotto e vivere da spettatrice, circondata da grida entusiaste e applausi fragorosi. La sola cosa che posso fare adesso è contemplare quel calmo, invitante, splendido mondo sottomarino dove il peso non esiste e la vita si misura in bolla... dove la resistenza plasma il movimento e lo trasforma in danza. E dove energia, pensieri, speranze e sogni fluttuano in una liquida assenza... Ho lasciato tutta me stessa laggiù, in quello spazio sotto la superficie.
* So che tenere a bada il dolore è indispensabile per non perdere la salute mentale.
* “Quando eri piccola ti guardavo spesso mentre dormivi”, mi rivela infine, come se mi avesse letto nel pensiero. “Se avevo un problema di lavoro e dovevo chiarire le cose fra me e me, vederti respirare, sognare e chiudere le piccole dita nei pugni, in qualche modo ridava senso alle cose. Ti immaginavo crescere davanti ai miei occhi, come un progetto magicamente studiato, perfetto...” Adesso fissa il letto vorrei che mi dicesse che guardarmi dà ancora un senso alle cose. Anche se non sono più perfetta. Ma non dice niente. Si limita a stringermi la mano più forte. Quando scopri la verità su Babbo Natale, accade una cosa altrettanto sconcertante. Ti rendi conto di non essere più un bambino, ma una persona che sa le renne non volano. Perciò d'ora in avanti non guarderai mai più verso il cielo con il cuore che palpita tra le costole sperando di scorgere la polvere scintillante della slitta. Da qualche parte in fondo all'anima, una porta si chiude. Ecco, questo momento è uguale. E lo sentiamo tutti e due, papà e io. La porta non si è soltanto chiusa. Si è chiusa sbattendo.
* Qui dentro siamo tutti uniti da un'esperienza comune: la malattia o l'infortunio. Molti di noi si sono trovati sull'orlo del precipizio. Nell'oscurità abbiamo guardato la morte e distolto gli occhi. Le ragioni che ci hanno portati in questo luogo ci hanno anche rubato l'infanzia. Guardiamo alla vita con occhi che hanno visto troppo. Occhi che appartengono a bambini che ormai viaggiano nel tempo.
* Non ho neppure pensato a come dev'essere passare accanto ai monumenti della mia vecchia vita. Sono stata più occupata a sopravvivere, passo dopo passo, giorno dopo giorno.
* Ho ben presente l'abbraccio di Shirley. C'era dentro amore sincero, non rabbia. Mamma si sbaglia. Shirley non vive in un viale alberato e non è abbastanza fortunata da avere una macchina nuova e fare le vacanze in Francia. Ma è affettuosa, gentile e affranta.
* A tredici anni uno di certo non si aspetta di dover riordinare le proprie gambe...
* Sono una cosa sola con voi, oceano e universo. Con la mente vi rispetto. Con la voce vi saluto. Con il cuore vi abbraccio. Oggi vi chiedo coraggio e protezione poiché entro nel vostro regno.
* Questa è la mia vita, papà, e d'ora in avanti ne ho il controllo. Ho un sogno, e non c'è ragione per cui non possa realizzarsi...
* È la vita. Si trova un compromesso e si conservano i sogni per i giorni di pioggia.
* Oggi ho provato qualcosa di straordinario. Ho delle nuove amiche, sono successe delle cose. Mi sono divertita, ho riso un sacco. Mi sono perfino dimenticata della mia gamba per qualche minuto prezioso. Sono stata Amy ed è fantastico essere tornata.
* Perché la vita è così complicata? Sembra che più ami qualcuno, più è difficile condividere la verità. Eppure, di tutte le persone al mondo, senza dubbio, quelle a cui siamo più legati saranno anche le più tolleranti e indulgenti, no?
* Al fischio, salto nel caldo mare blu dell'incertezza. Ogni nervo, muscolo, fibra del mio essere, corpo e anima, mi spinge in avanti. Questa cosa incredibile, fantastica, esaltante, intrippante che sto facendo non è più soltanto un sogno. Sto gareggiando di nuovo e vorrei che non finisse mai...

Internet
Il sito dell'autrice (in inglese): http://www.jillhucklesby.com/
Il booktrailer: http://youtu.be/EhDfCBbnS0o

Dati tecnici
Jill Hucklesby, Più profondo del blu (Deeper Than Blue), Sperling & Kupfer, pagine 276

mercoledì 18 luglio 2012

DALLA SCRIVANIA DI JACK!

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More about La società letteraria di Guernsey
La società letteraria di Guernnsey
Mary Ann Shaffer

Finito di leggere La società letteraria di Guernnsey di Mary Ann Shaffer. Un romanzo epistolare ambientato nelle Isole del Canale della Manica negli anni conseguenti alla Seconda guerra mondiale. “Tutto parte da uno stratagemma per impedire ai tedeschi di arrestare i miei ospiti a cena (di Amelia) : Dawsey, Isola, Eben Ramsey, John Booker, Will Thisbee e la cara Elizabeth McKenna.[…] Naturalmente, all’epoca, non sapevo nulla dell’impiccio in cui si erano cacciati i miei amici. Non appena se ne furono andati corsi in cantina a bruciare le prove del nostro pasto. Venni a sapere della società letteraria per la prima volta il mattino dopo alle sette, quando Elizabeth si presentò in cucina e mi chiese: “Quanti libri hai?” Ne avevo un discreto numero, ma Elizabeth guardò gli scaffali scuotendo la testa, “Ne servono di più. C’è troppo giardinaggio qui.” E aveva ragione, perché a me piacciono i bei libri di giardinaggio. “Ecco cosa faremo”, disse. “Quando avrò finito con il comandante andremo alla Libreria Fox e compreremo tutto. Se dobbiamo essere la Società Letteraria di Guernsey, facciamo finta almeno di sembrare dei letterati.” […] E questo fu l’inizio. Io conoscevo ogni membro della Società, ma non tutti allo stesso modo. Dawsey era mio vicino di casa da più di trent’anni e tuttavia non mi sembrava di aver mai parlato con lui, sen non del tempo e del raccolto. Isola era una mia cara amica, così come Eben; Will Thisbee era solo un viso noto e John Booker era quasi un sotterraneo, dato che era appena arrivato quando i tedeschi piombarono qui. Ciò che ci accomunava era Elizabeth. Senza il suo incoraggiamento non avrei mai pensato di invitarli a condividere il mio maiale e la Società Letteraria “Torta di Patate” non avrebbe mai visto luce. Quella sera, quando vennero a casa mia per scegliere i libri, coloro che normalmente si limitavano alle Sacre Scritture, ai cataloghi di sementi e alla Gazzetta del Porcaro scoprirono un genere diverso. Fu qui che Dawsey trovò il suo Charles Lamb e Isola incappò in Cime tempestose. Per quanto mi riguarda, scelsi Il circolo di Pickwick, pensando che avrebbe potuto risollevarmi il morale, e così fu. Poi ciascuno tornò a casa propria e si mise a leggere. Cominciammo a incontrarci, all’inizio per tenere in piedi la menzogna detta al comandante, in seguito per piacere nostro. Nessuno di noi aveva esperienze di circoli letterari, perciò ci inventammo le nostre regole: parlavamo a turno di quello che avevamo letto. Dapprincipio cercammo di essere pacati e obiettivi, ma la cosa durò poco e lo scopo degli oratori divenne convincere gli ascoltatori a leggere quel libro. Una volta che due membri avessero letto lo stesso titolo, allora avrebbero potuto discuterne, il che era il nostro maggiore diletto. Leggevamo, parlavamo, discutevamo di libri e così diventammo sempre più uniti. Altri isolani chiesero di partecipare e le nostre serate insieme si trasformarono in riunioni allegre e spensierate. Riuscivamo quasi a dimenticare, a volte, il buio che imperava. Ci incontriamo ancora oggi, ogni quindici giorni. E’ a Will Thisbee che si deve il conferimento alla Torta di Patate nel nome della nostra società. Tedeschi o no, lui non avrebbe preso parte a nessun incontro se non ci fossero state cibarie! Quindi i rinfreschi divennero parte integrante del programma. Dato che allora a Guernsey il burro era scarso, la farina poca, e lo zucchero assente, Will improvvisò una torta di patate: purè come ripieno, barbabietole passate per dare il sapore dolce e bucce di patata per la crosta. Le ricette di Will di solito sono di dubbio gusto, ma questa diventò la nostra preferita.” La storia si svelerà piano piano grazie a Juliet che è la protagonista, che per caso incomincerà ad avere uno scambio epistolare con Dawsey, da qui tutte le lettere compongono il libro e gli eventi, un insieme di dolcezza, fugacità, amore per i libri che fanno evadere e non pensare. Scritto molto bene, ho adorato Kit e Juliet in particolare, frizzante, energica e non banale, aggiungerei anche molto insicura, che come Elizabeth Bennet vedrà coronare l’amore per il suo Darcy.

“Mi chiedo come abbia fatto ad arrivare a Guernsey. Forse i libri hanno un istinto segreto. Cercano una casa, e trovano il loro lettore ideale”.

“Ecco ciò che amo della lettura: di un libro ti può interessare un particolare, e quel particolare ti condurrà a un altro libro, e da lì arriverai a un terzo. E’ una progressione geometrica. Senza altro scopo che il puro piacere”.

“Adoro vedere le librerie e incontrare i librai. I librai sono davvero una razza speciale. Nessuna persona sana di mente di mente potrebbe aprire un libreria o farci il commesso per soldi. La spinta è solo un profondo amore per la lettura e per i lettori. Oltre al privilegio di conoscere le novità editoriali”.

“Ancora oggi mi sorprende che un sacco di persone che vagano tra gli scaffali non sappiano esattamente cosa cercano: vogliono solo dare un’occhiata in giro sperando di trovare un libro che colpisca. Poi, siccome sono abbastanza sveglie da non fidarsi delle belle parole dei risvolti, fanno al libraio le tre domande fondamentali: (1) Di cosa parla? (2) L’ha letto? (3) E’ bello?
Un vero libraio – come me o Sophie – non sa mentire. La faccia ci smaschera sempre. Basta un sopracciglio alzato o una piega della bocca per rivelare che si tratta di un libro di scarso valore; allora il cliente sveglio chiederà un consiglio, nel qual caso lo si obbliga a leggerlo. Se lo legge e lo detesta non si farà più vedere. Ma se invece gli piace sarà cliente a vita”.

P.s. ho saputo da poco che ne trarranno anche un film

domenica 15 luglio 2012

IL MINOTAURO - Benjamin Tammuz

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More about Il minotauro
Questo di Tammuz è un romanzo che va prima digerito e poi commentato, adesso , a distanza di alcuni giorni dalla fine della lettura, penso di poterne parlare...
La particolarità del romanzo sta nel fatto che la storia viene narrata e rinarrata ogni volta daccapo, ma da un punto di osservazione sempre diverso, ossia da quello dei vari personaggi.
Protagonista maschile è un agente segreto il quale, un bel giorno, salendo su un autobus  nota una giovane donna (diciamo quasi una ragazzina) dalla quale rimane folgorato. La segue e, senza neppure conoscerla , si innamora perdutamente di lei. Da quel momento e per tantissimi anni tra i due inizia una fitta corrispondenza mai coronata da un incontro, solo da una foto che lui decide di spedirle solo  dopo parecchio tempo e nel dubbio di non poterla mai più rivedere.
Quello che nasce tra i due è un amore forse malato, fatto di appostamenti , manipolazioni e, forse, anche un omicidio,  ma si tratta comunque di un amore intenso e fondamentalmente platonico fatto di musica, appuntamenti solo spirituali, paure,  lunghi silenzi pazienza e fiducia.
Sicuramente una tecnica narrativa vincente che ci fa conoscere la storia poco a poco svelandoci, ogni volta che viene narrata, un nuovo dettaglio che sconoscevamo.
Non ho amato la protagonista che ho reputato un po’ smorfiosetta; lui, il nostro agente segreto, ha un animo inquieto e triste, rivolto più alla morte che alla vita. Insomma adesso posso affermare che il romanzo mi ha in qualche modo colpita. Nel senso che ci sono storie che leggi e poi passano, altre te le ritrovi dentro nel tempo.
Come voto darei un 7

mercoledì 11 luglio 2012

DALLA SCRIVANIA DI JACK!

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More about Indignatevi!
Oggi vi parlo del tanto clamoroso Indignatevi! Di Sthepane Hessel. Classe 1917 Hessel è strenuo difensori dei diritti, prima in Resistenza e poi come diplomatico. Un libro piccino si ma le pagine non sono l’essenziale, quando i contenuti hanno valore di smontare la passività, l’annullamento, il credere che sia tutto inutile. Il primo tema che tocca l’autore è il divario tra ricchi e poveri triste piaga sociale, poi si passa alla questione mediorientale con la striscia di Gaza dove personalmente l’autore è stato, tra le pagine ci sono accuse alla non-spersonalizzazione al debellamento degli ordini costituiti. Si passa poi quasi per riconfermare ancora alla accusa alla violenza prendendo come figure d’esempio Mandela, King ma anche Apollinaire e Sartre. Un libro con un esiguo numero di pagine ma che ti spinge al non rimanere nell’indifferenza si propria quella che ti fa cadere nell’immobilismo e nell’annullamento della coscienza. Il mantra collettivo deve essere “CREARE E’ RESISTERE. RESISTERE E’ CREARE”, Indignandocii per le ingiustizie e per tutto ciò che non è civile e morale.

Stephane Hessel ospite a “Che tempo che fa”:
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-28a7815d-6164-4ea1-9a7f-4c52e072d34f.html

“Auguro a tutti voi, a ciascuno di voi, di avere il vostro motivo di indignazione. E’ una cosa preziosa. Quando qualche cosa vi indigna come sono stato indignato io per il nazismo, allora si diventa militante, forte e impegnato. Si raggiunge la corrente della storia e la grande corrente della storia deve proseguire grazie a ciascuno.”

“Dico ai giovani: cercate un poco, andate a trovare. Il peggiore degli atteggiamenti è l’indifferenza, dire ‘io non posso niente, me ne infischio’. Comportandovi così, perdete una delle componenti essenziali che ci fa essere uomini.”

lunedì 9 luglio 2012

LA LIBRERIA DEI NUOVI INIZI - Anjali Banerjiee

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Chi di noi lettori non vorrebbe una zia Ruma proprietaria di una libreria vecchio stile situata su un’isoletta fantastica? E poi che libreria!!! La classica dimora tutta in legno con parquet ovunque, gradini scricchiolanti e tantissimi volumi di ogni età.
Jasmine è una ragazza di origini indiane, i genitori e la zia Ruma vivono sull’isola di Shelter Island, un luogo incantevole in cui la vita scorre molto più lentamente che a Seattle, luogo in cui Jasmine vive e lavora.
Purtroppo da un anno a questa parte la vita della nostra protagonista è stata sconvolta a causa del  divorzio dal marito Robert il quale si è innamorato di un’altra donna.
Convocata dalla zia Ruma in procinto di partire per un periodo di tre settimane per recarsi in India dove (lei dice) devono “aggiustarle il cuore”, Jasmine si reca presso la vecchia libreria dove dovrà sostituire la proprietaria fino al suo rientro.
Insieme a lei ci sarà Tony, anche lui impiegato presso la libreria di zia Ruma. I due stringeranno amicizia e lavoreranno insieme con molto affiatamento.
Ma la libreria pare essere per Jasmine anche il luogo per un incontro romantico (sebbene partito inizialmente un po’ male). Infatti proprio nel giorno del suo arrivo la ragazza si imbatterà in un tipo originale, un medico di nome Connor Hunt, che pare abbia viaggiato molto per tornare, alla fine, sulla sua isola.
Ma la cosa più intrigante di questo romanzo-fiaba è il dono che hanno sia zia Ruma che Jasmine, ossia la capacità di  percepire gli spiriti degli scrittori scomparsi. Da Jane Austen a Beatrix Potter, ad Edgar Allan Poe, vedremo avvicendarsi vari personaggi che daranno le giuste dritte per consigliare il libro più adatto ad ogni cliente.
Sarà grazie ai loro consigli che Jasmine comincerà ad uscire dal pessimismo che l’accompagna dal giorno della sua separazione da Rob. E sarà grazie a loro che darà una svolta alla propria vita.
Importanti anche gli altri personaggi di contorno, la sorella Gita che sta per sposarsi, la mamma apprensiva e fatalista, gli pseudo zii amici di famiglia. Inoltre è anche interessante scoprire quelle che sono le tradizioni indiane che costoro coltivano pur essendo lontani dalla propria terra.
Un romanzo fresco, vivace, piacevole. Quasi una fiaba dei nostri giorni. Non si può definire un capolavoro letterario , ma la sua freschezza, l’originalità dell’idea e la presenza degli scrittori da noi tanto amati lo rendono sicuramente imperdibile

venerdì 6 luglio 2012

GIOVANI DENTRO BY HERMIONEGINNY

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More about RedRED
KERSTIN GIER


Gwendolyn Sheperd ha diciassette anni e vive in un'antica magione di Londra con la mamma, il fratello, la sorella, la nonna, la prozia, la zia e la cugina (e con il maggiordomo). Frequenta la scuola e la sua migliore amica si chiama Leslie. Fin da piccola vede e parla con i fantasmi. Ed è abituata alle cose bizzarre: la sua perfetta cugina Charlotte sta per fare il "salto", cioè tornare indietro nel tempo, per la prima volta. La famiglia possiede il gene dei viaggiatori del tempo, c'è anche un'organizzazione segreta, "I Guardiani", che studia e programma tutto. Ma è Gwen a saltare. E si ritrova nel mezzo di un intrigo: gli ultimi due viaggiatori sono scomparsi col cronografo, uno strumento che promette di rivelare un grande segreto. Così Gwen si ritrova a dover indossare corsetti e crinoline e a seguire Gideon de Villiers, l'altro viaggiatore, per ritrovare i loro predecessori e completare il cronografo con una goccia del loro sangue. Ma nel 1912 le cose si fanno complicate...

Primo libro della Edelstein Trilogie (Trilogia delle Gemme). 
Gwen è divertente, talvolta petulante, un'adolescente reale. Le descrizioni degli altri protagonisti sono spassosissime. Non fermatevi davanti alla copertina, sembra solo l'ennesimo young adult con vampiri & co. (effettivamente la copertina originale è molto più allegra e colorata), in realtà è un libro spiritoso e avvincente (anche se credo di aver capito chi siano Lucy e Paul in realtà molto prima di quanto farà Gwen nei prossimi libri, almento credo). Da non perdere.


Dalle parole dell'autrice
* «Questa non è una serie televisiva, zia Maddy», latrò zia Glenda.«Per fortuna», ribatté la prozia. «Se lo fosse avrei perso il filo già da tempo.»

Internet
Il sito dell'autrice (solo in tedesco, sigh!): http://kerstingier.com/
Sito dedicato alla trilogia (anche questo in tedesco): http://www.arena-verlag.de/reihe/liebe-geht-durch-alle-zeiten

Dati tecnici
Kerstin Gier, Red (Rubinrot), Corbaccio, pagine 340
ISBN: 9788863801927

giovedì 5 luglio 2012

INCUBO BIANCO - Lars Rambe (recensione di Claudia Peduzzi)

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More about Incubo bianco
Con pazienza, perseveranza, un pizzico di fantasia e una buona dose di **** (altrimenti detta fortuna) mi sono guadagnata il premio del concorso fotografico di maggio. Nel giro di pochissimi giorni il libro in palio è arrivato e ho scoperto che Tutteleletture aveva scelto per me un thriller svedese. Come quasi tutti mi sono appassionata a questo filone grazie alla trilogia di Stieg Larsson. Non so se sia stato lui ad avviarlo o se abbia solo contribuito a far uscire il genere dai confini nazionali, fatto sta che da allora siamo invasi da autori svedesi “in testa alle classifiche”. Probabilmente, visto il clima, sono un popolo che passa molto tempo in casa a leggere...
Io ho maturato altresì la convinzione che non si tratti di un paese cosi idilliaco e privo di delinquenza come le statistiche vorrebbero farci credere. Penso che, per mezzo di un regime molto repressivo, riescano a contenere la microcriminalità, ma che in compenso ad alto livello siano frequenti intrighi di vario tipo, soprattutto economico-politici. Penso anche che la stampa sia sottoposta ad una rigida censura e che la “letteratura d'evasione” sia diventata un mezzo attraverso cui denunciare la situazione senza compromettersi apertamente. Nessuno mi toglierà mai il dubbio che la morte di Larsson non sia stata accidentale. E' davvero strano che uno scrittore muoia nello stesso identico modo di uno dei suoi personaggi letterari … ma forse mi sono solo eccessivamente appassionata al genere.

Da parte sua l'autore di Incubo Bianco mette subito le mani avanti dichiarando che il suo è solo un romanzo e che ogni riferimento a fatti realmente accaduti è, come si dice, puramente casuale. Nello stesso tempo ci tiene anche a sottolineare che non solo i luoghi, ma anche alcuni personaggi pubblici sono reali. Io lo chiamo: lanciare il sasso e nascondere la mano.

Nel complesso non è il miglior giallo svedese che mi sia capitato di leggere. Ramble è un avvocato e il suo stile narrativo ne risente risultando eccessivamente impersonale e privo di pathos. La vicenda ha per sfondo una tranquilla cittadina non lontana da Stoccolma dove  i fatti di cronaca nera non sono certo all'ordine del giorno. Il giovane giornalista Gransjoe, di recente trasferitosi dalla capitale, è alle prese con la notizia clou del momento: la riconversione a fini residenziali dell'area  occupata dal reggimento cittadino in via di smantellamento. In passato un'analoga trasformazione aveva interessato il complesso dell'ex-manicomio e in cerca di parallelismi Gransjoe s'imbatte in un cold case, un duplice omicidio risalente agli anni '60. Ignaro dei fragili equilibri che va a smuovere il giornalista riporta il caso all'onore delle cronache innescando una serie di eventi criminali apparentemente slegati tra loro. Piano piano ogni tessera trova la sua collocazione nel mosaico finale e il meticoloso Ramble  non dimentica proprio nessuno senza tuttavia riuscire mai a coinvolgere emotivamente il lettore.

Se gli efferati delitti possono effettivamente essere frutto solo della fantasia dell'autore, i retroscena legati alle speculazione immobiliari sono abbastanza plausibili e pensando a quanto sono comuni in Italia possiamo consolarci pensando che, quando c'è di mezzo il denaro, tutto il mondo è paese.

Voto 6,5

mercoledì 4 luglio 2012

DALLA SCRIVANIA DI JACK!

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ESTASI CULINARIE
Ray Bradbury


Oggi parliamo di “Estasi culinarie” il primo romanzo di Muriel Burbery che è diciamo un prequel del tanto acclamato e aggiungo almeno per me favoloso “Eleganza del riccio”. Qui troviamo come protagonista il sessantottenne Monsieur Arthens inquilino del quarto piano, che è il più famoso critico gastronomico del mondo. Spietato, cinico, senza peli sulla lingua, rimembra tutta la sua vita meditando sulla fugacità del tempo triste tiranno comune. La narrazione incontra vari personaggi che ce lo presentano più o meno graziosamente, il gatto, l’amante, i famigliari, l’allievo e l’immancabile portinaia Renèe. Nel libro si sente molto l’autocelebrazione di Arthens che pensa di aver elevato un’arte minore quale arte culinaria alla più prestigiosa della terra, con i suoi consigli, piatti e prelibatezze. Tra l’odio comune delle persone che lo circonda solo una persona ha la sua stima e grazia, il nipote Paul che è causa di qualche meritato sorriso, proprio lui che diceva di non metterci troppo cuore nella cucina è stato colpito da un attacco cardiaco. Beffardo è il destino eh? Una fine non aspettava ed è proprio per questo che Muriel non stanca, anche se lo trovo minore dell’Eleganza del riccio ma comunque questa è un’opera prima. Lo stile è aulico, ricercato non banale e la Burbery sa scandagliare benissimo l’animo umano, troppo affabile davanti a un cibo ricercato, ma troppo “pietra” alcune volte davanti alle situazioni della vita.


“[a proposito del pesce alla griglia] Dire che questa carne è delicata, che ha un gusto sottile ed esuberante insieme, che solletica le gengive in un incontro di forza e dolcezza, dire che il lieve amarognolo della pelle grigliata, unito all'estrema tenerezza dei tessuti compatti, solidali e corposi, riversa in bocca il sapore dell'altrove e rende la sardina alla griglia un'apoteosi culinaria, dire tutto questo equivale né più né meno a evocare le virtù soporifere dell'oppio. L'elemento decisivo, infatti, non è la delicatezza né la dolcezza, ma la selvatichezza"

“Ed eccomi qui tra i singhiozzi, la voce rotta, il cuore a pezzi, distrutto; io ti odio e ti amo, e mi odio così tanto da urlare per questa ambivalenza, questa cazzo di ambivalenza che mi ha rovinato la vita, perché sono rimasto tuo figlio, perché non sono mai stato altro che il figlio di un mostro! Il calvario non è lasciare quelli che ti amano, ma staccarsi da quelli che non ti amano.”

“Eppure io il pomodoro lo conosco da sempre, fin dai tempi del giardino di zia Marthe, fin dalle estati che impregnavano di un sole sempre più cocente quella piccola ed esile escrescenza, fin dalla lacerazione che infliggevo con i denti per spruzzarmi sulla lingua un succo generoso, tiepido e ricco il cui altruismo genuino viene mascherato dal freddo dei frigoriferi, dall'oltraggio dell'aceto e dalla falsa nobiltà dell'olio. Zucchero, acqua, frutto, polpa, liquido o solido? Il pomodoro crudo, divorato appena colto in giardino, è la cornucopia delle sensazioni semplici, una cascata che sciama in bocca riunendo ogni piacere.”
“La perfezione è il ritorno. per questo solo le civiltà decadenti possono conoscerla: non a caso, il ritorno al cibo crudo - sublime realizzazione - è stato possibile in seno a una cultura millenaria come quella giapponese, la cui raffinatezza ha raggiunto vertici ineguagliabili e ha apportato all'umanità i più alti contributi.”

“Devono andare a cagare quei borghesi che fanno i socialisti, che vogliono la botte piena e la moglie ubriaca, l'abbonamento al teatro Chatelet e i poveri salvati dalla miseria, il tè da Mariage e l'uguaglianza degli uomini sulla terra, le vacanze in Toscana e i marciapiedi sgobri dai pungolo dei loro sensi di colpa, pagare la donna di servizio al nero e propinarci tutti quei discorsi da paladini altruisti. Lo stato, lo stato! Sono come il popolo ignorante che adora il re e accusa tutti i mali subiti solo ai cattivi ministri corrotti.(...)Troppo facile incolpare lo stato quando dovremmo accusare soltanto noi stessi!”
“[...] Eh già, io so tutte queste cose. So che sono tutti scontenti, perchè nessuno ama la persona giusta, come dovrebbe essere, e non capiscono che ce l'hanno soprattutto con sé stessi.
Tutti pensano che i bambini non sanno niente. Viene da chiedersi se i grandi sono mai stati bambini.”
“Il punto non è mangiare né vivere, è sapere perché. Nel nome del padre, del figlio e del bignè, amen. Muoio.”
Non potete perdervi l’intervista all’autrice:

Il personaggio chiave del romanzo è Renée, la portinaia, che si descrive nel romanzo "vedova, bassa, brutta, grassottella". Come ha costruito questo personaggio?

In effetti questo personaggio si trovava già nel mio primo romanzo - Estasi culinarie, storia di un grande critico gastronomico in fin di vita - ma in modo sporadico (c'erano due pagine sulla portinaia).
Qualche anno dopo, rileggendo questo passaggio, ho trovato il personaggio interessante e ha avuto così una nuova vita. E particolarmente mi sono ricordata che il mio editore mi aveva detto che quando si è romanzieri si ha il diritto di fare tutto, dunque avere una portinaia che parla come Voltaire mi sembrava molto eccitante.

Analizziamo il successo che questo romanzo ha avuto, diventando di fatto un bestseller. Penso che un elemento spiazzante sia stata proprio la prospettiva, l'ottica diversa. Il fatto che ci sia un'ottica narrativa dal basso, che la storia sia raccontata da una portinaia e da una ragazzina...

Certamente e devo dire che non avevo mai pensato di presentarlo in questo modo. La cosa più piacevole e interessante è prendere il punto di vitsa di personaggi un po' a parte. In genere non si chiede a una ragazzina di dodici anni e mezzo di dare delle risposte definitve sull'arte. È questo contrasto è davvero molto piacevole.

Tra l'altro i due personaggi, la portinaia e la ragazzina hanno molti elementi in comune: entrambe si fingono mediocri e non lo sono, entrambe hanno una visione disincantata, critica nei confronti della borghesia francese che abita nel palazzo...
Questo sguardo che lei adotta nel ritrarre la borghesia francese mi ha fatto venire in mente Irene Nemirovsky .

È interessante perché è uscito la settimana scorsa un articolo su Le Monde in cui la giornalista si chiede come mai sia L'eleganza del riccio, sia i libri della Nemirovsky abbiano avuto grande successo negli Stati Uniti e fa un parallelo fra i due casi.

Le due protagoniste si conoscono grazie a un giapponese. Che rapporto ha con la cultura giapponese? Anche in Estasi culinarie dedicava una pagina al sushi.

È una cosa che risale a più di quindici o vent'anni fa. Era mio marito in verità l'innamorato del Giappone e quando ci siamo incontrati sono stata iniziata a mia volta. Sono stata affascinata da quel popolo perché i giapponesi (come i francesi e gli italiani del resto) hanno un gusto spiccato per l'eleganza.
Lì l'arte ha un ruolo molto importante, anche se l'estetica è molto diversa. Ciò che mi affascina del Giappone e della cultura giapponese è che la bellezza è prodotta con pochissimi mezzi e molta purezza.
Ed è per questo che il terzo personaggio del romanzo è un giapponese.
Il suo amore per il Giappone travalica i confini: se non erro lei abita in Giappone.

Sì, vivo da un anno e mezzo a Kyoto, che considero la città più bella del mondo, senza alcuna obiettività...

Come scrive? C'è un particolare rito, ha bisogno di tempi particolari, di luoghi...

Scrivo in modo assolutamente caotico e irregolarmente. Non ho alcuna disciplina e sono sempre stupita dal fatto che alla fine il risultato stia in piedi. Perché all'inizio non mi preoccupo assolutamente della storia. A volte scrivo la mattina, altre volte la sera tardi, con stati d'animo assai differenti: è un miracolo!

Quali sono i suoi riferimenti letterari, le sue letture di formazione?

I classici francesi, la letteratura classica francese che ho letto e riletto con passione, in particolare quella del XVII e XVIII secolo. Ma in realtà tutta la letteratura francese, dal XVI al XX secolo, che rileggo regolarmente ora che sono in Giappone per non perdere la mano.
Anche tutta la letteratura russa: Guerra e pace di Tolstoj è il mio libro da comodino e non è cambiato da vent'anni a questa parte.

E l'Italia? C'è qualche autore italiano che l'affascina?

Dante, come tutti quelli che hanno studiato un po' di letteratura italiana: annoiata a vent'anni e con molta passione a trenta. Un autore contemporaneo che amo molto è Erri De Luca, che è tradotto e pubblicato dal mio editore francese. Trovo il suo stile molto bello e potente.

Parliamo del suo stile: nel libro precedente Estasi culinarie, si dice di Arthens che è un "cesellatore di parole, fa risplendere la parola". Io ho trovato anche il suo stile un po' simile, con un gusto particolare nell'affinare la parola, nel cesellarla.

Il mio più grande piacere quando scrivo è la lingua, non la storia. È sono convinta che i lettori cerchino la storia, necessaria, ma gli scrittori inizino dalle parole. E dunque il mio piacere è questo: cesellare la lingua, e se si tratta di un piacere condiviso credo sia una cosa molto bella.

Può dirci a quale progetto letterario sta lavorando?

No, ma non perché non voglia dirglielo, ma perché io stessa lo scopro man mano che vado avanti.

martedì 3 luglio 2012

JANE E IL SEGRETO DEL MEDAGLIONE - Stephanie Barron

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Incipit: Una festa del bel mondo, se descritta da una penna più abile della mia, , è invariabilmente lo stupido raduno di due o trecento anime accalcate in un aristocratico salotto.
In questa nuova avventura la nostra amata Jane si ritrova a partecipare, indossando un costume da pastorella, ad un ballo in maschera presso l’abitazione dei Trowbridge, allo scopo di accompagnare e seguire la giovane Lady Desdemona, nipote dell’enigmatico amico di Jane, tale Lord Harold, la quale si è trasferita a Bath dopo aver rifiutato la proposta di matrimonio del bel conte di Swithin.
Nel bel mezzo della festa, però, un omicidio sconvolge gli animi degli invitati. Infatti Mr Portal, direttore della compagnia del teatro locale, nei panni di un Arlecchino bianco,  viene trovato cadavere presso uno dei salotti della nobile dimora. 
Accanto al corpo c'è il fratello di Lady Desdemona ed ha tra le mani un pugnale che dice di aver estratto dal corpo della vittima, ma il magistrato non crede alla sua versione e lo arresta. 
Intanto però il giovane ha sottratto all’uomo un medaglione che era stato lasciato sul suo corpo come firma dell’assassino e che consegnerà a Lord Harold, convinto in tal modo di salvare dalle ingiurie la sorella. Il medaglione, infatti, reca il ritratto di un occhio di donna (moda usuale del momento) e quello raffigurato è grigio come lo sono gli occhi di Lady Desdemona.
Jane e Lord Harold si mettono subito in moto e grazie al loro spirito di squadra riusciranno a giungere alla soluzione del caso, naturalmente.
Forse questa avventura è meno entusiasmante rispetto alle precedenti, qui vediamo una Jane un po’ rassegnata al suo destino, ma pur sempre arguta e ironica, a volte con una punta di amarezza aggiungerei.
Tanti i personaggi: davvero antipatiche le sorelle del conte di Swithin, divertente l’anziana Miss Wren, quasi un puffo brontolone della situazione. Cassandra, sorella di Jane, si dimostra forse un po’ troppo bigotta e moralista e non riesco a giustificarne il comportamento come invece fa la protagonista. Lord Harold è molto enigmatico, un personaggio tormentato che ha molte affinità con la nostra Jane, mi ricorda un po’ il Rochester di Jane Eyre…
In definitiva lettura piacevole resa tale da una scrittura scorrevole e mai banale arricchita da tanti riferimenti reali alla vita di Jane Austen

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