William Stoner è un diciannovenne qualunque. Viene dalla campagna
di Booneville, da una famiglia di contadini. Un giorno, all’improvviso, il padre comunica al ragazzo che ha preso una
decisione: dovrà frequentare l’università del Missouri in modo da acquisire le
competenze necessarie a far fruttare al meglio la loro arida terra.
Stoner accetta passivamente la decisione del padre e intraprende
i suoi studi.
Ma all’interno dell’università gli orizzonti di William cambiano, diventano più vasti, e il suo futuro prende, nel suo immaginario, una forma radicalmente diversa da quella sperata dal padre.
Ma all’interno dell’università gli orizzonti di William cambiano, diventano più vasti, e il suo futuro prende, nel suo immaginario, una forma radicalmente diversa da quella sperata dal padre.
Il giovane si accorge di amare la lingua inglese e la sua
storia, la letteratura ed i suoi autori. E in quel momento comprenderà la sua missione, quella di
diventare un insegnante.
Grazie al professor Sloane (una delle poche figure positive nella vita di
Stoner) questo suo destino si compirà e, poco a poco , tutte le tessere che
compongono quella che potrebbe apparire una comune esistenza, andranno al loro
posto.
Stoner si innamorerà , si sposerà, avrà una figlia…tutto normale all’apparenza. Nella
realtà il suo matrimonio sarà un fallimento e un grave fardello da portare
sulle spalle. La moglie farà esplodere negli anni il suo odio immotivato verso
di lui procurandogli continui problemi, i colleghi gli metteranno i bastoni tra
le ruote e lo sottoporranno (uno in particolare) ad una vita difficile all’università e persino al di fuori di essa.
Tutta la storia di William Stoner verrà narrata in un arco di tempo che lo vedrà da quando era un giovane di 19 anni fino alla sua morte. La sua vita si snoderà in un periodo storico complicato, quello tra le due guerre, vivrà egli stesso una difficile esistenza, vedrà morire i suoi amici, vedrà i continui cambiamenti quasi folli della moglie, le difficoltà della figlia Grace, la cattiveria di un anziano collega. Ma vivrà anche il grande amore, quello vero.
In tutto questo ciò che colpisce è l’assoluta passività di quest’uomo, la totale accettazione di quanto avviene intorno a lui. Stoner è una figura che hai quasi voglia di proteggere per tutta la durata del romanzo, ma è anche una figura che, appena chiuso il libro, ti fa venire rabbia proprio per la sua totale immobilità di fronte agli eventi.
Stoner rimane una figura qualunque, senza mai uno sprazzo di coraggio, di ribellione. E’ quasi lì a rappresentare il coraggio della sopportazione.
Per quanto odiosa, la moglie, appare forse la più reattiva, la più ribelle, colei che vuole in qualche modo dimostrare al lettore il suo malessere. Ma questo l’ho inteso molto dopo aver ultimato la lettura.
Bisogna dare merito all’autore di aver saputo scrivere una storia appassionante pur narrando di un personaggio che non si può certo definire “l’eroe del romanzo”. La storia scorre delicata, triste e se c’è della rabbia, quella, viene solo dal lettore che vorrebbe quasi intervenire per cambiare gli eventi.