Incipit:
Certe leggende parlano di luoghi che attirano il male, luoghi che sono stati teatro di tante tragedie, come se fossero affamati di terribili disgrazie.
La dottoressa Ellen Roth lavora presso un ospedale psichiatrico immerso nei boschi, un luogo esternamente molto tranquillo, quasi un’oasi di pace, che racchiude al suo interno dolore e sofferenza.
Certe leggende parlano di luoghi che attirano il male, luoghi che sono stati teatro di tante tragedie, come se fossero affamati di terribili disgrazie.
La dottoressa Ellen Roth lavora presso un ospedale psichiatrico immerso nei boschi, un luogo esternamente molto tranquillo, quasi un’oasi di pace, che racchiude al suo interno dolore e sofferenza.
Qui Ellen ha a che fare ogni giorno con casi disperati e
davvero difficili da trattare, ma il caso della stanza numero 7 sarà quello che
la destabilizzerà fino a portarla al limite di se stessa.
Una paziente giovane, picchiata, seviziata, terrorizzata dall’Uomo
Nero. Ma chi è costei? Qual è il suo nome? E chi è l’Uomo Nero dal quale la
stessa dottoressa Roth viene continuamente messa in guardia dalla donna?
Ellen ha una vita piena in fondo, è fidanzata con Chris,
compagno e collega il quale, per l’occasione, vola verso una sperduta isola
deserta ove è impossibile rintracciarlo.
La storia della paziente della stanza numero 7 si complica
quando la stessa, il giorno dopo in cui Ellen fa la sua conoscenza, scompare
senza lasciare traccia. Nessuno è entrato né uscito dalla struttura, le
infermiere giurano che quella stanza è sempre stata vuota e un uomo misterioso
dà la caccia alla dottoressa Roth. Cosa stia succedendo è un mistero e l’autrice
vorrebbe portarci a scoprire, passo dopo passo, la verità.
Non posso aggiungere altro per non svelare nulla del
romanzo, ma devo dire che, da appassionata di thriller forse ormai troppo critica
ed esigente, mi ero data una spiegazione sin dalle prime pagine. Spiegazione (o
vogliamo chiamarla soluzione) che, alla fine, non è stata smentita dagli eventi.
La storia, a mio parere naturalmente, potrebbe essere
interessante, ma ho trovato lo sviluppo del romanzo un po’ banale in alcune sue
parti. Troppo semplicistiche alcune giustificazioni dei protagonisti. La
lettura proseguiva, ma la sensazione era quella che la storia non stava in
piedi dal punto di vista di come la protagonista accettava determinate
risposte, determinate situazioni.
E’ un romanzo che parecchi definiscono “bellissimo”, ma,
senza voler andare contro corrente, credo che avrebbe potuto trovare uno
sviluppo migliore, direi anche dal punto di vista linguistico. D’altro canto l’idea
di base non è male, però non mi ha tenuta legata alle pagine.